
Venerdì 13 febbraio
Eine Frau in Berlin 1945

VENERDÌ 13 FEBBRAIO
EINE FRAU IN BERLIN 1945
Di Tom Corradini
Con Magda Pohl
Lo spettacolo tocca principalmente la guerra vista dal punto di vista femminile, cercando di descrivere la tragedia della guerra da entrambi i fronti.
La storia principale è quella una giovane donna berlinese durante il periodo che va da aprile a maggio 1945. Una delle migliaia di donne intrappolate in una città che si sta disgregando insieme all’intera società tedesca. La protagonista racconta l’esperienza scioccante della caduta di Berlino e l’incubo degli stupri di massa durati per settimane.
Invece di descrivere esplicitamente la violenza carnale, questa viene evocata simbolicamente attraverso ritmi e danze indiane, svelando un’apparente legame tra l’India e il Nazismo. La svastica, un sacro simbolo millenario di buon auspicio e benessere nel Buddismo, Induismo e Giainismo indiano, fu infatti cooptata e distorta dal nazismo, che la trasformò nell’emblema della sua ideologia razziale basata sulla pseudo-scienza dell’arianesimo (la parola stessa “ariano” deriva etimologicamente dal sanscrito, antica lingua indiana).
Parallelamente, si accenna alla presenza delle donne nell’Armata Rossa (che a differenza delle truppe alleate inquadrava molte donne anche in ruoli di combattimento) tra le quali l’eroina sovietica Ljudmila Pavličenko, una leggendaria cecchina sovietica della Seconda Guerra Mondiale che nel 1941 si arruolò nell’Armata Rossa, ottenendo 309 uccisioni confermate guadagnandosi il soprannome di “Signora della Morte”.
Donne soldato e donne civili. Entrambe spinte dallo spirito di sopravvivenza. Entrambe protagoniste di eventi storici che avrebbero segnato la storia del continente Europeo fino ai giorni nostri.